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Capo ma tu sei stato sempre stato capo oppure ci sei diventato!?

Leader si nasce o si diventa? Vale a dire, nasciamo già con delle capacità innate relative alla leadership, a guidare gli altri oppure possiamo migliorare queste nostre capacità? Gli Psicologi sociali da sempre se lo chiedono e siamo arrivati a delle conclusioni molto interessanti a riguardo. Questi dilemmi vengono quando si ha a che fare da una parte con dei grandi leader, persone che sembra che abbiano fatto quello nella vita sempre che siano nate per quello perché riescono a guidare facilmente gli altri, dall’altra ci pensi quando vedi certe persone che sono a capo di organizzazioni che mancano di capacità empatica e di tatto. Non so se ti è mai capitato un capo del genere, spero di no! Se andiamo a spulciare in letteratura troviamo degli studi interessanti proprio sulla geneticità della leadership. E’ stato visto in particolare che ci sono alcune caratteristiche genetiche dei leader. Pare che i leader presentino una variante nel gene dei recettori per l’acetilcolina, che è il neurotrasmettitore collegato tra le altre cose alla persistenza del fare le stesse cose per riuscire a raggiungere gli obiettivi. E’ anche vero però che questa predisposizione genetica non è sufficiente. Le ricerche dicono che ciò che conta in particolar modo è la storia di vita, l’approccio culturale e la possibilità di imparare dall’esperienza. Secondo una recente ricerca della Università del Cleveland sono state individuate due distinte reti neurali che concorrono ad una buona leadership. Il primo sistema chiamato “task positive network” e ha a che fare con le reti neurali che riguardano la risoluzione di determinati problemi: focalizzazione dell’attenzione, capacità di prendere decisioni, capacità di continuare a lavorare in situazioni di stress. Il secondo sistema chiamato “default mode network” ha a che fare invece con i comportamenti etici, sociali, con le nostre capacità empatiche e di relazionarsi agli altri. Beh per una buona leadership devi possederli e coltivarli entrambi!

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Quindi obiettivo di un buon leader è quello di integrare entrambe le reti neurali e riuscire a stare da una parte sul pezzo, cioè a risolvere i problemi saper fare ciò che va fatto, e dall’altra continuare a mantenere un’ottica di tipo sociale e relazionale per motivare gli altri ed entrare in risonanza empatica con loro. Già Goleman parlava di leadership emotiva, in realtà tutte le ricerche stanno ulteriormente confermando quanto per un buon leader sia importante saper entrare in relazione con gli altri. E’ necessario integrare sapientemente le proprie competenze con le capacità di risonanza empatica rispetto ai propri collaboratori. Dunque non basta nascere leader bisogna anche coltivare quelle capacità innate che una persona può avere, e probabilmente questo secondo aspetto cioè quello dell’apprendimento, ha un peso specifico, alla lunga, certamente maggiore.

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Dr. Roberto Ausilio  – Psicologo Psicoterapeuta 
www.robertoausilio.it  

 

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