donna_obesa_botero-e1346145106170Secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la depressione colpisce circa 350 milioni di persone nel mondo. Ma perché si diventa depressi? I geni, la personalità, lo stile di vita, le variazioni biologiche dell’individuo, uniti ai fattori ambientali, possono contribuire alla malattia. Di recente però le ricerche hanno suggerito che anche il nostro sistema immunitario potrebbe essere cruciale nella depressione. E’ stato dimostrato che l’attivazione di processi infiammatori periferici disturba il funzionamento del cervello, alterando i sistemi neuronali coinvolti nella regolazione dell’umore. Dati sempre più numerosi rivelano che l’obesità si accompagnerebbe in certi casi a infiammazioni croniche di basso livello, capaci di produrre questi effetti e favorire l’instaurarsi della depressione.

evoluzione-dellobesitaAgenti infettivi, malattie autoimmuni, alcune malattie infiammatorie e il sovraccarico ponderale (obesità) possono infatti provocare la liberazione di citochine da parte del sistema immunitario. Le citochine raggiungono il cervello e alterano la liberazione di neurtotrasmettitori come la serotonina, implicata nelle turbe dell’umore e nella depressione.

Nell’obesità assistiamo ad una maggiore liberazione di citochine sostenuta in particolare dal tessuto adiposo. Il legame tra obesità, infiammazione e depressione risulta più marcato osservando che una riduzione del peso corporeo si accompagna ad una diminuzione netta di citochine nel sangue, così come altri marcatori di infiammazione.

2fDalle ricerche più recenti sulla depressione emerge dunque un possibile e sempre più evidente legame tra obesità e depressione a causa del ruolo dei processi infiammatori e delle risposte immunitarie. Ciò suggerisce che tra i fattori di rischio per la depressione possiamo iniziare anche a considerare l’obesità, in quanto scatena fenomeni infiammatori di debole intensità, ma cronici, che finiscono per alterare le interazioni tra cervello e sistema immunitario. Inoltre anche altre patologie legate al sistema immunitario, come le malattie infiammatorie e autoimmuni, potrebbero essere considerate in questa nuova ottica, sempre tenendo conto del ruolo dello stress psicosociale e dei danni connessi all’iperalimentazione. L’approccio preventivo consisterà nell’informare circa i rischi dell’iperalimentazione, favorendo una diminuzione del peso corporeo e un aumento dell’attività fisica. In caso di persone affette da depressione potrebbe rivelarsi efficace accertare l’eventuale presenza di uno stato o di una malattia infiammatoria e anche la sua relazione con una condizione di sovrappeso.

Dr. Roberto Ausilio
Psicologo della Salute Psicoterapeuta
tel. 328 4645207

 

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