p460x276_1331046651woman_food_1249769cCiò che ci succede quando siamo bambini ha un peso specifico molto più rilevante rispetto a  quello che ci succede quando siamo adulti.

Immagina una piccola pianta. Tutto ciò che succede a quella piccola pianta durante le prime fasi del suo sviluppo può incidere profondamente su come poi sarà da adulta. Stessa cosa avviene, in maniera molto più complessa, all’essere umano. Molte ricerche confermano che tutto quello che ti succede in tenera età ha un peso specifico molto importante da un punto di vista dello sviluppo e determina la tua personalità.

Le esperienze traumatiche vissute durante l’infanzia legate all’immagine corporea e al peso possono incidere profondamente sul tuo rapporto con il cibo oggi. Per esempio, tua madre era eccessivamente ossessionata dal cibo e ti diceva “Mangia!”. Oppure diceva “Mangi troppo”. Ad esempio tuo padre ti faceva notare che avevi un po’ di pancia oppure ti diceva che mangiavi troppa cioccolata.

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Anche episodi di umiliazione o bullismo da parte dei coetanei possono provocare problemi col cibo da adulti. Ad esempio gli sfottò di altri bambini oppure episodi di bullismo da parte dei coetanei. Un commento fatto da una maestra, anche inavvertitamente. Le discriminazioni relative ad una persona che è un po’ troppo grassa o un po’  troppo magra possono determinare un rapporto con il cibo patologico o comunque non proprio sano. Possono crearsi tutta una serie di deficit di disorganizzazione cognitiva e psico-corporea.

La buona notizia è che questi problemi si possono superare con la psicoterapia, in particolare con la psicoterapia EMDR. Grazie ad un percorso di rielaborazione del passato, puoi ricominciare a dare al cibo il valore che merita. E’ un grande valore ma è un valore relativo non rappresenta tutta la nostra personalità, non è tutta la nostra vita.

Non si vive per mangiare, ma si mangia per vivere!

dr. Roberto Ausilio  – Psicologo Psicoterapeuta

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