Ricordati che devi morire!
Ricordi la felice battuta del film di Troisi e Benigni?
Il “memento mori”, cioè ricordarsi che la nostra vita ha un termine, potrebbe suscitare reazioni opposte.
Da una parte quelli che fanno scongiuri e le corna, cercando di esorcizzare il pensiero della morte. Quello della morte è un grande tabù per la società in cui viviamo. Non siamo in grado di accettare che tra la naturalezza degli eventi la nostra vita ha un inizio e implicitamente da quel momento ha anche una fine.
La morte è considerata sempre un fattore estraneo, accidentale.
La reazione opposta a questo, che la morte potrebbe suscitare nella persona saggia, è il relativizzare la nostra vita, le difficoltà e i problemi. Perché in fondo tutto impallidisce di fronte al fatto che un giorno dovremo lasciare questo corpo, i nostri averi tutte le cose per le quali ci addanniamo e affanniamo.
Che cosa rimane di fronte al pensiero che dobbiamo lasciare questa terra? Rimangono le cose veramente importanti cioè gli affetti, quello che sei riuscito a costruire intorno a te. Se sei riuscito a lasciare il mondo un po’ più bello, un po’ più pacifico, più armonioso di come l’hai trovato è una grandissima cosa!
Relativizzare i problemi del presente e vivere la vita in maniera piena ti porterà da anziano a riviverla piacevolmente anche nel ricordo.
Dr. Roberto Ausilio – Psicologo Psicoterapeuta