FASCINO CHE VAI PER LA VIA –
La Metafora terapeutica nella cultura popolare.
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Le copie del libro di Roberto Ausilio “Fascino che vai per la via” sono inoltre reperibili presso il Centro Mandala di Orvieto, in via F. Cavallotti 18/a.
Prima di passare da studio si consiglia di telefonare al 328 4645207.
Il libro è reperibile anche nelle seguenti librerie:
- Parole Ribelli Orvieto
- Libreria Valente di Orvieto
- Libreria dei Sette Orvieto
- Libreria dei Salici Viterbo
- Libreria Le Sorgenti di Bolsena
- Libreria dell’Arco Matera
- Libreria Di Giulio Matera
- Libreria per il Professionista Matera
Vedi indice e descrizione del libro
I lettori possono lasciare qui i propri commenti e considerazioni sul libro “Fascino che vai per la via”:
Ciao dottor Ausilio o Roberto – come preferisci – ,
volevo aggiungere con piacere alcune impressioni riguardo la presentazione del tuo libro, ieri a Bolsena, e l’esposizione di alcuni punti di vista che condivido appieno.
In primis mi complimento per la chiarezza espositiva, che spesso in certi ambiti non è facile da adottare. E’stata una presentazione “per tutti” e questo io lo reputo fondamentale, qualsiasi sia il tenore ed il tema dello scritto. Il comunicare un qualcosa per poterlo far “entrare”, anche se non si ha la preaparazione necessaria e neanche gli strumenti da addetti ai lavori, fa sì che ogni scambio possa essere arricchimento. E noto ciò anche nel testo, molto scorrevole. Sono convinta che sia molto più difficile essere semplici…
In secondo luogo vorrei sottolineare l’importanza del substrato culturale che caratterizza un popolo e lo rende diverso da un altro. Differenza antropologica e genetica, che a mio avviso è preziosa. Materiale da preservare per poter procedere verso il futuro consapevolmente. Ed è bello che tale differenza sia acettata ed aperta ad altre differenze, ma sempre consci delle proprie peculiarità ( e sarebbe bello avere consapevolezza delle peculiarità altrui, ma questo non sempre accade).
Non ho potuto non notare l’esempio che hai fatto tra Buddismo e Cattolicesimo, che mi vede completamente d’accordo.
L’accogliere un pensiero religioso, filosofico, un modus vivendi od un precetto culturale e farlo proprio, dall’oggi al domani, è cosa pressochè impossibile. E spesso questa sorta di “salto” si fa senza la benchè minima conoscenza religiosa filosofica o culturale precedente e seguente, purtroppo. Il senso dell’appartenenza credo sia alla base di una consapevolezza del sè che dona forza e soprattutto equilibrio.
Come ultima cosa, ascoltando la domanda del giovane in fondo, che chiedeva se fosse importante o meno ciò che hai raccolto e ricercato, mi sento di dire, senza dubbi: sì, è importante. Poichè questo saggio, come altri che ho letto, sono un recupero di un passato che costituisce le radici. Non siamo figli soltanto di chi ci ha generato, siamo figli della nostra terra. Con la crescita possiamo arricchirci: io sono cresciuta ad 11000 Km dalla mia terra natale e di questa terra mediterranea ho assorbito la cultura, la ligua, il modo di pensare, ma nonostante ciò non posso, dopo il mio ritorno sulle Ande, negare un ritrovamento fondamentale delle radici genetiche, che finchè non si toccano con mano sono solo una teorizzazione ed un’ idea.
Ti ringrazio vivamente per l’aver risposto alle mie domande di ieri e perchè il tuo libro mi sarà utile nella stesura del mio prossimo racconto.
Con stima.
Juana Angelone
Ieri sera ho finito di leggere “Fascino che vai per la via”, Dr. Ausilio, e desidero comunicarle l’ammirazione, la meraviglia e l’arricchimento che questa lettura ha suscitato in me.
L’analisi dell’invidia e delle sue espressioni e declinazioni nel corso dei secoli e dal punto di vista degli studiosi delle discipline più diverse mi ha dato una base solida e chiara, e sorprendente, per seguire il resto del suo affascinante discorso.
La metafora quale nucleo di una sfavillante analisi sui modi di conoscere, e di conoscersi, ha fornito l’altra gamba della sua solida costruzione.
Ho ammirato il fluire rapido e succinto della sua impressionante erudizione, libera da enfasi, da mire di strumentalizzazione o gloria personale, spinto dall’urgenza di un’intelligenza ben temperata di fornire tutti gli elementi necessari alla comprensione degli argomenti in questione. Concetti ed argomenti complessi resi semplici da un lungo e serio lavoro.
Ma il cuore del libro, la sua ri-visitazione della Lucania nella veste di figlio rispettoso. ed il suo sguardo penetrante e leggerissimo sull’antico rito dell’affascino, è stato il frutto più ricco.
Anche qui lei non trascura nessun elemento storico e culturale per spiegare questa tradizione, ma di nuovo per virtù della sua straordinaria grazia nel semplificare il complesso non riesce a smorzare neanche un poco la carica poetica, intima e di comunità, di questo antico rituale. M’è parso di calare nella bibbia ai suoi albori, commossa dallo schioccar della lingua non ancora piallata, seguendo con lo sguardo della mente le storie create da persone dalle dita grosse e i polpastrelli orlati di terra, trasalendo al tocco e al bisbiglio vicino, ma di lato, sí da accompagnare e non da precludere. Sono stata profondamente conscia dell’umiltà che ha illuminato la sua ricerca e la sua condivisione.
Mi s’è allargato un gran sorriso quando sono arrivata al ‘grounding’
di Alexander Lowen. Che magnifico salto! Sono certa che il
grand’uomo stesso ne ha sorriso compiaciuto da quella nuvoletta dove tutto osserva.
Le è chiaro, io spero, che leggere il suo libro è stata un’esperienza viva e vivificante.
Per inciso, ho ascoltato la presentazione del suo libro nella libreria Parole Ribelli qui ad Orvieto.
La saluto cordialmente, con grande stima, Rosella