iStock_000010843372XSmallTra le dipendenze si sta diffondendo una forma particolare, chiamata workaholism, cioè “alcolismo da lavoro” che consiste nel non riuscire a smettere di lavorare, sottraendo troppo tempo alla famiglia e alla vita personale. Il termine è stato coniato nel 1968 dallo psicologo americano Wayne Oates, che si era reso conto di una propria dipendenza dal lavoro. Nel suo libro del 1971 intitolato Confessioni di un workaholic, Oates descrive il fenomeno sottolineando la compulsività, cioè l’impossibilità di smettere di lavorare.

Secondo Carl Selinger il workaholic è una persona che lavora a detrimento della famiglia e della vita personale. Ha la coazione a fornire sempre più lavoro. Secondo gli psicologi Scott, Moore e Miceli le definizioni di workhaolism contengono tre caratteristiche comuni: chi è affetto consacra molto tempo all’attività professionale, è preoccupato per il lavoro anche quando non sta lavorando e lavora molto più di quanto gli viene richiesto.

Leggi tutto l’articolo su www.robertoausilio.it

CONDIVIDI