pauraChe cos’è la depressione?
Da un punto di vista psico-corporeo, la depressione è una perdita della forza interna di un organismo. Questa perdita di forza è paragonabile in un certo senso alla perdita d’aria che può verificarsi in un pallone sgonfiato o nella camera d’aria di una gomma d’auto. Così come il pallone non è in grado di rimbalzare adeguatamente e la gomma sgonfia non consente il normale andamento dell’automobile, la persona depressa non reagisce come la persona normale agli stimoli provenienti dall’ambiente: il suo corpo, dotato di una carica energetica troppo bassa, la rende incapace di rispondere.
La forza interna dell’organismo è il flusso costante di impulsi e di sentimenti che si irradia dai centri vitali del corpo alla periferia e rappresenta la sua carica energetica fisiologica. La diminuzione di carica che si verifica nella depressione, produce una perdita di capacità di sentire all’interno ed una perdita di attività all’esterno. “Espressione” significa infatti  “forza che si muove verso l’esterno”. Possiamo quindi parlare di depressione come di un collasso interno, significando con ciò che la capacità dell’organismo di rispondere con gli impulsi appropriati ad avvenimenti ambientali, è notevolmente diminuita.

Qual è la condizione specifica della persona depressa?
Essa è incapace di rispondere. L’incapacità di rispondere distingue lo stato depressivo da ogni altra condizione emozionale simile. Poiché la depressione è causata dalla repressione dell’emozione, non può essere considerata a sua volta una emozione. La depressione infatti rappresenta l’assenza di emozione. Ecco perché essere depressi non è l’equivalente del sentirsi tristi. La depressione non è un sentimento vero e proprio – uno non si “sente depresso” – e non dovrebbe essere confusa con la tristezza e la melanconia che sono sentimenti veri e propri, cioè risposte dell’organismo ad avvenimenti dell’ambiente.
Nella depressione il corpo è privo di vitalità, è statico, pesante, l’energia non fluisce, rimane bloccata. Gli occhi sono opachi, senza lucidità ed espressione.

Fattori energetici nella depressione
A livello profondo, cioè a livello dell’inconscio, sia pensare che sentire sono condizionati dai fattori energetici di carica e di scarica. L’energia è infatti implicata in tutti i processi vitali. I fondamentali elementi di “carica” sono dati dall’ossigenazione e dall’alimentazione. La mancanza di cibo e di ossigeno esaurisce l’energia dell’organismo ed è incompatibile con la vita. La carica può essere influenzata ed enfatizzata dai processi sensoriali (vista, udito, olfatto, gusto e tatto) e fantasmatici (fantasie positive). La “scarica” è data: nel bambino dal movimento, nell’adulto dalla sessualità e dal movimento. La scarica coinvolge anche l’espressione delle proprie emozioni e tutto ciò che facciamo che ci procura piacere (lavoro, attività sociali, culturali e ricreative gratificanti). Per una persona depressa è quasi impossibile emergere dalla sua depressione con l’ausilio di parole e pensieri ottimisti. Questo perché il suo livello di energia è depresso. La persona può uscire dal suo stato depressivo quando aumenta il suo livello energetico tramite la respirazione profonda e la liberazione del sentire.

La mancanza di energia

La depressione è caratterizzata da perdita di energia e dalla mancanza di vitalità e voglia di fare. In effetti sono depresse tutte le principali funzioni dell’organismo, quelle che coinvolgono il corpo intero: vi è una marcata diminuzione di movimento, dei gesti spontanei e una visibile mancanza di mimica facciale. Vi è una diminuzione dell’approvvigionamento di ossigeno dovuto ad una marcata diminuzione dell’attività respiratoria. La relazione esistente tra lo stato d’animo depresso e la respirazione repressa è diretta e immediata, tanto che qualsiasi tecnica che attivi la respirazione allenta la morsa dello stato d’animo depressivo. In psicoterapia il lavoro sulla capacità respiratoria deve essere accompagnato dall’esplorazione delle tematiche inconsce che ne sono alla base, e questo avviene grazie al colloquio psicologico e alla relazione con lo psicoterapeuta.
Generalmente l’aumento nella respirazione condurrà, prima o poi, a qualche forma di liberazione emozionale, o nel senso del pianto o in quello della rabbia. La terapia psico-corporea consente di lavorare agevolmente col paziente sull’aspetto fisico o energetico della personalità, consentendogli di ritrovare l’armonia perduta.

Il crollo dell’illusione
Il crollo che annuncia la reazione depressiva può essere scatenato da una disillusione o ad un episodio che manda in frantumi il proprio sogno. Molti depressi, prima di cadere in questo stato, erano persone che lavoravano in modo compulsivo, come “delle macchine”. Ma un uomo non è una macchina, che ha bisogno soltanto del rifornimento costante di carburante per mantenersi in funzione. L’essere umano ha bisogno di sentire piacere e di ricavare un senso di soddisfazione dalla vita. Questo può avvenire solo se si lavora in maniera creativa, prevedendo e giuste pause e ricavando piacere e soddisfazione da ciò che si fa.  Il super-lavoro compulsivo, che può sembrare normale nella nostra società, provoca in realtà un progressivo impoverimento della vita emotiva e della capacità di provare piacere e gioia di vivere. Se la stima di sé si basa sulle proprie capacità lavorative e non sul fatto di essere una persona, allora l’individuo esaurisce le proprie riserve vitali nello sforzo di mantenere un’immagine che è focalizzata sugli altri. Quando il piacere manca, si riduce la motivazione e il livello energetico dell’organismo diminuisce. La depressione può sopraggiungere e, dato che la gomma a poco a poco si sgonfia, per la “macchina” diventa sempre più difficile muoversi.

Un interesse ci salverà
La persona vitale e felice è quella che riesce a conciliare creativamente ciò che vuole fare (impulsi, esigenze del corpo, interessi, ecc) con ciò che deve fare (lavoro, impegni, scadenze, ecc.) In altri termini la persona vitale ha un “Io” saldo che riesce quasi sempre a conciliare il “principio di piacere” con il “principio di realtà”. Per la nostra salute psicofisica è fondamentale avviare una spirare virtuosa di piacere nella nostra vita, nutrendo adeguatamente il corpo, la mente e la sfera emotiva. Questo processo non è dato a priori e non può essere uguale per tutti. Ognuno di noi ha il compito di esplorare e conoscere se stesso, comprendere quali sono le attività, i pensieri, le emozioni e le relazioni da cui si sente nutrito e appagato e prendere l’impegno di coltivarli attivamente nella propria vita. Ecco che gli hobby e gli interessi, scelti in base alle proprie autentiche inclinazioni, ci aiutano a realizzare il processo creativo ed espressivo che ci rende umani, regalandoci un bel senso di pienezza e benessere psicofisico.

La Psicoterapia come prevenzione
Nel nostro percorso di conoscenza e piacere, la Psicoterapia ha un ruolo di primaria importanza. Essa ci consente di capire meglio chi siamo e come funzioniamo, quali sono le nostre aspettative, i desideri e i sogni, ci consente di esplorare come il nostro passato e le relazioni con le figure di riferimento ancora influenzano la nostra vita di oggi. Essa inoltre ci permette di capire che rapporto abbiamo con il piacere e come possiamo accrescerlo nella nostra vita quotidiana. Cominciamo così a vivere più in contatto con il nostro corpo, a decifrarne meglio i messaggi e a fidarci delle sensazioni. Man mano che portiamo luce nel nostro mondo ci accorgiamo che anche le nostre relazioni migliorano, diventiamo più liberi dai condizionamenti e siamo maggiormente in grado di coltivare il piacere autentico, vivendo una vita sempre più piena e felice.

18/08/2010

articolo prevenire la depressione formato pdf

dott. Roberto Ausilio
Psicologo della Salute, Psicoterapeuta

Centro Mandàla – Orvieto, Viterbo, Terni
Cell. 328 4645207
www.robertoausilio.it
ausilio@centromandala.info

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