accrocheL’approccio corporeo in Psicologia affonda le sue radici nelle importanti scoperte e innovazioni di Sigmund Freud, considerato il padre della psicoanalisi. Come è noto Freud sviluppò dei concetti importantissimi che tuttora sono alla base del nostro modo di intendere la psicologia. In particolare, egli si distanziò dalla fisiologia e dalla neurologia nello studio delle nevrosi e iniziò ad utilizzare concetti psicologici per comprenderne le radici.
L’autoanalisi di Freud (1895 – 1899) segna una svolta fondamentale, in quanto si inizia ad occupare dei sogni, degli atti mancati, approdando alla valorizzazione del concetto di inconscio in ambito psicologico. La scoperta dell’inconscio segna una svolta fondamentale nel modo di intendere l’essere umano, i cui comportamenti non sono solo frutto di scelte consapevoli, ma sono soprattutto determinate dalle istanze insconsce e subconscie.
Un’altra importante acquisizione, ai fini del nostro discorso, è che la differenza tra individuo normale e nevrotico non risiede tanto in una questione di qualità, piuttosto di grado, stabilendo un continuum tra normale e patologico. Altro concetto fondamentale riguarda lo sviluppo psico-sessuale e pulsionale del bambino. Freud è stato il primo a parlare di sessualità infantile, evidenziando come sin dai primissimi anni di età il bambino sia un “essere sessuato”. Lo sviluppo psico-sessuale procede per fasi: fondamentalmente fase orale, anale e genitale.
Wilhelm Reich può essere considerato un importante precursore delle terapie ad approccio corporeo. Allievo di Freud, si differenziò dal maestro perché iniziò a considerare l’importanza dei processi metabolici e muscolari nella genesi e nel mantenimento delle nevrosi.
Freud si era reso conto del problema delle resistenza del paziente. Anche dopo l’interpretazione dei sintomi e del transfert, a volte perduravano i sintomi nevrotici.
A Reich (1920) si deve l’introduzione di un nuovo modo di fare analisi, che comprendeva l’utilizzo di esercizi di respirazione e implicava il contatto fisico tra paziente e terapeuta. Obiettivo della terapia era per Reich il ripristino della normale funzione orgasmica, cioè la capacità dell’organismo di scaricare energia in eccesso. Per fare questo Reich lavorava molto sulla respirazione, portando il paziente a superare le difese che impedivano il libero fluire dell’energia.
Si deve a Reich l’approfondimento della genesi e della funzione delle contratture muscolari (blocchi)  per impedire il movimento e che sono alla base di quella che egli chiamò “struttura caratteriale”. Con questo termine Reich intendeva il complesso sistema di blocchi psico-corporei e di difese che si strutturano nel corpo determinandone l’aspetto, la motilità, i comportamenti e il modo di intendere e vivere la vita.
In questo nuovo modo di fare terapia, acquista sempre più importanza il linguaggio non verbale.
L’analisi del carattere diventa una parte fondamentale del lavoro terapeutico e aiuta il paziente a comprendere le correlazioni tra le sue difese psichiche e quelle somatiche.
Riassumendo, le principali innovazioni introdotte da Reich sono:
1.    Esplorazione delle resistenze e dei metodi per superarle
2.    analisi del carattere come insieme strutturato di resistenze
3.    ancoraggi somatici della struttura caratteriale e armatura caratteriale
4.    rinuncia all’atteggiamento impersonale dell’analista
5.    superamento del tabù del contatto corporeo tra paziente e analista
6.    analista partecipa come essere umano al processo terapeutico
7.    il corpo dell’analista nel processo terapeutico (controtransfert somatico e autopercezione analista)
8.    uso dell’analisi del carattere come strumento di critica sociale
9.    visione olistica dell’individuo e delle relazioni con l’ambiente

Il lavoro di Reich fu ampliato e approfondito, anche con delle linee di rottura rispetto all’impianto teorico iniziale, dal suo allievo Alexander Lowen, il padre dell’Analisi Bioenergetica.
Lowen, partendo dalla struttura teorica e metodologica del suo maestro, introdusse alcuni importanti concetti e innovazioni nella tecnica terapeutica. Il più importante di questi è il concetto di grounding. Con questo termine si intende la capacità dell’individuo di “essere radicato e con i piedi per terra”, ed esprime la possibilità di sentire se stessi e rimanere in contatto con le proprie emozioni e la realtà che ci circonda. Il grounding è un concetto dinamico, dato che presuppone un lavoro continuo di ascolto del corpo e di responsabilità verso se stessi. E’ interessante notare che Reich di solito faceva stendere il paziente sul lettino e per la maggior parte del tempo questi era in posizione subordinata all’analista. Lowen invece preferiva lavorare prevalentemente con il paziente in piedi, dato che questa posizione egli la definisce come quella “dell’adulto responsabile”, in grado di sostenersi sulle proprie gambe e di affrontare in maniera efficace la realtà che lo circonda.
Il lavoro terapeutico proposto da Lowen mira a portare la persona a essere in grado di provare il piacere di vivere appieno la propria vita.
La respirazione è un elemento fondamentale della terapia bioenergetica, dato che un blocco della funzione respiratoria è il primo “sintomo” anche di un disagio emotivo. E’ facile constatare la corrispondenza tra emozioni e respirazione semplicemente pensando a qualcosa che ci mette paura: noteremo che il nostro respiro tende a bloccarsi in fase inspiratoria.
Attraverso l’approfondimento della respirazione, è possibile arrivare ad analizzare le difficoltà emotive del paziente.
La terapia psico-corporea ha basi psicologiche e psicoanalitiche. Considera l’individuo come soggetto attivo e responsabile del proprio sviluppo e ritiene che ognuno di noi abbia un grande potenziale di crescita e realizzazione. Il compito del terapeuta è di mettere il paziente nelle condizioni ottimali per vivere una vita serena ed essere soddisfatto di sé e della propria vita. Per far questo noi terapeuti lavoriamo in maniera diversa con persone diverse, giacchè ognuno è assolutamente unico e irripetibile. Ci sono però degli elementi comuni alle terapie, che possono essere elencati: la consapevolezza del proprio sé corporeo e delle sensazioni del corpo, l’ascolto del corpo e il contatto con le proprie emozioni, la possibilità di esprimere in maniera consona ai contesti la propria emotività e unicità, la capacità di provare piacere e vivere in maniera “vibrante”.
Il terapeuta non si sostituisce mai al paziente, anzi lo stimola ad essere creativo e propositivo, aiutandolo ad aumentare anziché restringere le possibilità interpretative e le chiavi di lettura della realtà.
Il concetto di responsabilità è importante in Bioenergetica, dato che segna il passaggio dal considerare il paziente come oggetto passivo di cure al considerarlo soggetto attivo del proprio star bene. La Bioenergetica si concentra non solo sugli aspetti psicopatologici, ma rappresenta una via per la promozione della salute. Con questo termine si indica la possibilità non solo di prevenire l’insorgenza di disturbi specifici, ma di farsi attivamente facilitatori del proprio star bene. Tale benessere è da intendersi in termini psico-corporei e sociali. Una persona con un buon grounding sarà naturalmente incline ad evitare gli eccessi comportamentali nel bere, nel mangiare, nel privarsi del sonno e del riposo. La persona che intraprende un percorso di Bioenergetica cambierà anche nel tempo le proprie abitudini e stili di vita: il suo maggior contatto con se stessa e l’ascolto attento dei messaggi del corpo la renderanno integrata e fluida, in grado di giocare gioiosamente con l’alternanza degli opposti. Sarà una persona in grado di ridere perché sarà anche in grado di piangere, e viceversa. Quando l’energia scorre liberamente nel nostro essere ci sentiamo vivi e integrati e a questo punto sentiamo meno il bisogno di regole esterne a dettare il nostro comportamento, perché in maniera naturale già sappiamo cosa è giusto per noi e per gli altri.

dott. Roberto Ausilio
Psicologo Viterbo Psicoterapeuta Terni
cell. 328 4645207

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