bite-bruxismoBruxismo e serramento, cosa sono?

Le parafunzioni, distinte in bruxismo e serramento, sono l’abitudine di stringere, serrare o digrignare i denti. Questa attività si può manifestare durante il giorno, nei momenti di maggiore concentrazione o stress, o durante il sonno, anche inconsapevolmente. In ogni caso le parafunzioni tendono a peggiorare nei periodi di maggiore tensione emotiva.

Sono attività dette “parafunzionali” perché non rientrano nella “funzione” propria della bocca, come il parlare o il masticare e assomigliano di più ad altre abitudini viziate come mangiarsi le unghie, mordersi le labbra, morsicare penne o matite.

Manifestandosi in maniera inconscia le persone affette possono subire danni notevoli senza rendersene conto. Le strutture primariamente coinvolte sono: i denti, il tessuto di supporto dei denti (l’osso dei mascellari e le gengive), i muscoli della masticazione e le articolazioni temporomandibolari. Le parafunzioni possono interessare gli altri muscoli della testa e del collo, provocando mal di testa e problemi cervicali, ma anche alterazioni della postura e mal di schiena.

Digrignare, cioè far strusciare e sfregare i denti gli uni contro gli altri, ne comporta una notevole usura. I denti col tempo si consumano. Se invece prevale il serramento, cioè l’atto di stringere forte i denti tra loro, l’usura è minore, però si possono formare rime di frattura di smalto e dentina. Possono determinarsi abrasioni al colletto dei denti, recessioni gengivali, tasche parodontali. Si può arrivare a vere e proprie fratture dei denti, o al precoce cedimento di otturazioni, protesi, corone o ponti.

Non c’è da preoccuparsi invece quando il bruxismo interessa i bambini che stanno cambiando i denti: in questo caso l’atto di digrignare i denti è considerato fisiologico perchè permette di adattare la posizione dei denti a una bocca che sta crescendo. Solo nel caso in cui si protragga oltre gli 8-9 anni è consigliabile una visita odontoiatrica perché la parafunzione potrebbe essere un segnale di problemi ortodontici.

Che conseguenze hanno le parafunzioni?

Il bruxismo e il serramento portano ad un notevole affaticamento della muscolatura masticatoria della testa e del collo, non concedendole tempo per rilassarsi. Quando una persona ne soffre i muscoli vengono attivati continuamente, soprattutto durante la notte e si affaticano, accumulano acido lattico e diventano dolenti. Questo affaticamento comporta dolori cervicali, mal di testa, senso di pesantezza o mancato riposo al risveglio.

Le forze che si sviluppano negli episodi di bruxismo si scaricano anche sulle articolazioni temporomandibolari (ATM), che si possono infiammare e divenire dolenti. Le articolazioni possono andare incontro a dislocazioni del disco articolare, provocando schiocchi articolari e deviazioni o limitazioni nell’apertura della bocca. Questo rischio aumenta se è presente una malocclusione, che può a sua volta sollecitare in modo eccessivo le articolazioni e i muscoli masticatori.

Cause

Le cause delle parafunzioni possono essere locali e generali. Le prime sono rappresentate dalle cosiddette interferenze occlusali, cioè contatti eccessivi e localizzati su alcuni denti che l’organismo avverte come fastidiosi e che provocano vere e proprie contratture muscolari. D’altronde, la maggior parte delle persone ha queste interferenze senza necessariamente andare incontro a bruxismo o serramento, mentre altre con un’occlusione apparentemente perfetta ne soffrono. Negli anni si è compreso che la causa delle parafunzioni non può essere ricercata solo a livello della bocca e dei denti e che occorre focalizzare l’attenzione su fattori di ordine generale. Attualmente sono sempre più numerosi gli studi che considerano le parafunzioni fenomeni psico-corporei legati principalmente allo stress e alle difficoltà di gestione delle proprie emozioni. Per questo motivo è utile integrare l’intervento ortodontico con quello psicologico, in modo da evitare che i conflitti interni di natura emozionale, manifestandosi con le parafunzioni, esplodano nel sintomo.

Trattamento.

Per il trattamento del bruxismo notturno è possibile utilizzare un bite, cioè un dispositivo rimovibile in resina (alcuni utilizzano altri nomi: placca, placca di svincolo, ortottico, ecc.), che si inserisce sui denti inferiori o superiori e permette di ridurre gli effetti del bruxismo.

Innanzitutto evita sia l’usura che i danni ai denti, impedendone il contatto diretto e permettendo solo il contatto tra i denti e il bite di resina. Il bite è meno duro dei denti, quindi con il tempo si consumerà, ma i denti non si consumeranno. Allo stesso modo riduce le sollecitazioni sui tessuti di sostegno dei denti.

Con il bite si può anche modificare la posizione della mandibola, se questa risulta alterata, migliorando l’attività dei muscoli e i rapporti tra le strutture delle articolazioni temporomandibolari. Distribuendo i contatti dei denti con il bite si può anche ridurre la forza con cui si possono stringere, serrare e digrignare i denti, diminuendo di conseguenza i danni che queste attività possono causare alle strutture della bocca e favorendo il rilassamento dei muscoli masticatori. I sintomi più eclatanti come il mal di testa, i dolori cervicali e articolari, tendono progressivamente ad attenuarsi e a volte scompaiono.

Spesso però il solo utilizzo del bite non è sufficiente e i risultati ottenuti non sono stabili. Il bite infatti non modifica l’occlusione del paziente, per cui la sua azione si esplica durante le ore in cui viene utilizzato, in genere solo di notte, ma le parafunzioni possono manifestarsi anche durante il giorno. Occorre comprendere che sia il bruxismo che il serramento sono fenomeni di origine Psico-Corporea e che sia il bite che i farmaci non intervengono sulle cause del problema. La chiave per rendere stabili i risultati è apprendere il controllo delle parafunzioni. E’ necessario intervenire sugli aspetti emotivi e mentali che sono alla base del sintomo. E’ necessario un intervento di tipo psicoterapeutico in sinergia con quello ortodontico. Se ad esempio la tendenza a stringere, serrare e digrignare i denti si presenta in momenti ben precisi (ad esempio durante un lavoro stressante o durante la guida), è indispensabile riuscire a identificare questi momenti in modo da prestare particolare attenzione ed evitare il bruxismo. Se invece tale tendenza si presenta in modo imprevedibile durante la giornata, si può ricorrere a specifici accorgimenti per ricordarsi di ridurla il più possibile.

Comprendere la propria struttura caratteriale e conoscere le proprie modalità di funzionamento emotivo è utile per imparare a gestire lo stress quotidiano e ridurre gli episodi di bruxismo. Imparare ad utilizzare alcune tecniche di rilassamento, come il Training Autogeno, gli esercizi di Bioenergetica, il Rilassamento Muscolare Progressivo, può aiutare notevolmente a ridurre lo stress e le numerose, spiacevoli conseguenze delle parafunzioni.

Il trattamento integrato delle parafunzioni associa al lavoro odontoiatrico del bite, un ciclo di colloqui e l’apprendimento di tecniche di rilassamento, consentendo al paziente di individuare le problematiche emotive alla base del disturbo e di acquisire modalità più funzionali di gestione e di risoluzione delle stesse. E’ dunque utile per ridurre i fenomeni parafunzionali e restituire progressivamente al paziente una condizione di piena salute e di libertà dal sintomo.

Articolo a cura di Dott. Roberto Ausilio, psicoterapeuta e Giuseppe Mancini dentista odontoiatra

CONDIVIDI